Scenari futuri

Attraverso l’Azalea della Ricerca, AIRC da quarant’anni raccoglie fondi per trovare nuovi metodi di prevenzione, diagnosi e cura dei tumori che colpiscono le donne. La strada per arrivare a curare tutte le donne è ancora lunga, ma i ricercatori AIRC continuano a ottenere risultati che potrebbero cambiare il destino di tante pazienti di oggi e di domani. Ve ne presentiamo alcuni tra i più recenti:

UN POSSIBILE METODO PER LA DIAGNOSI PRECOCE DEL TUMORE ALL'OVAIO
Alcuni tumori, più insidiosi e difficili da individuare precocemente, rappresentano una sfida aperta per la ricerca. Uno di questi è il tumore dell’ovaio che colpisce circa 6.000 donne in Italia ogni anno e rappresenta il 3 per cento circa di tutte le diagnosi di cancro. C’è però un recente risultato, molto incoraggiante, cui è arrivato il gruppo di studio coordinato da Maurizio D’Incalci, professore di farmacologia in Humanitas University, responsabile del laboratorio di Farmacologia Antitumorale in IRCCS Istituto Clinico Humanitas e ricercatore AIRC. Con analisi dell’instabilità genomica si potrebbero identificare alterazioni molecolari specifiche del tumore ovarico, nei tamponi utilizzati per il Pap test, con anni di anticipo rispetto ai primi sintomi. La validità di questo approccio innovativo dovrà ora essere confermata in studi prospettici. Se i risultati saranno positivi, l’esame non invasivo potrà essere implementato su larga scala, con screening di popolazione per la diagnosi precoce del tumore dell’ovaio.



UNA NUOVA ARMA PER  CONTRASTARE IL TUMORE DEL COLON RETTO
I risultati di uno studio coordinato dall’Istituto di tecnologie biomediche del Cnr hanno dimostrato che è possibile ridurre la massa del carcinoma colon-rettale agendo su un complesso proteico noto come coesina. I dati ottenuti potrebbero favorire lo sviluppo di nuove cure antitumorali. I risultati, pubblicati sul Journal of Experimental & Clinical Cancer Research, sono stati possibili grazie al sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.



GRAVIDANZA DOPO IL TUMORE AL SENO PER LE DONNE CON MUTAZIONI BRCA: UNA STRADA POSSIBILE
Per una donna non è pericoloso scegliere di avere una gravidanza dopo essere guarita dal tumore al seno. Lo confermano i risultati dello studio coordinato da Matteo Lambertini, nell’ambito di una collaborazione internazionale e grazie al sostegno di Fondazione AIRC. I dati sono stati pubblicati a dicembre 2023 sulla rivista JAMA. Con il suo gruppo Lambertini ha analizzato la possibilità di avere una gravidanza sicura per pazienti con tumore al seno e mutazioni dei geni BRCA1 o BRCA2. Le pazienti incluse avevano in media 35 anni e i loro dati clinici sono stati monitorati per circa 8 anni. Entro 10 anni dalla diagnosi circa il 22 per cento delle partecipanti ha avuto almeno una gravidanza con percentuali di complicazioni, come aborti indotti o spontanei, in linea con la popolazione generale

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